Da un’idea di Silvana D’Anca, lo spettacolo viene rappresentato in occasione della stagione 2007/2008 presso il Teatro Tezzano e per alcuni studenti del corso di Lingua e Letteratura Straniera dell’Università di Catania. La forza dello spettacolo sta nella drammaturgia densa di colpi scena con un finale ricco di pathos e commozione.
Note di regia
Pierre e Jean, il quarto e a parere di molti il migliore dei romanzi di Guy de Maupassant, svela fin dal titolo il suo risvolto mitico: il motivo dei due fratelli rivali si può a ritroso ripescare in molteplici varianti nella letteratura di ogni secolo, fino al suo archetipo celeberrimo. La grandezza e l’abilità di Maupassant consiste però nella sua capacità di centrare l’azione e l’ambiente in sintonia e in modi categoricamente definitivi, di caratterizzare i personaggi con impietosa esattezza, tanto da rendere la vicenda spaventosamente teatrale.
Da qui parte la decisione di avventurarci in un adattamento per il palcoscenico, in una messinscena dove tutto richiama ormai un naufragio annunciato: il relitto di una nave che compone la scena funge da sfondo a questa storia; e il paesaggio unico dove si consumerà il dramma familiare è quella nave dove il mare “si agita, brontola, inghiotte”, quella nave che diverrà presto una prigione senza via di scampo. C’è poi una cornice, l’intelaiatura di un esile diaframma che cela il sipario, grazie alla quale gli spettatori possono osservare, come in un dipinto impressionista, i contorni sfocati della vicenda raccontata.Dal romanzo si è voluto recuperare, attraverso l’utilizzo di una voce narrante, lo strepitoso vigore narrativo di un compiuto e affascinante étude psicologico capace di rendere anche le più minute sfumature del carattere umano.